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Intervista a Kenji Albani

Aggiornamento: 23 dic 2023




Intervista a Kenji Albani autore del racconto “Io e la lupara bianca” Secondo Classificato al Concorso Letterario Storie Noir 2023 Sez. Racconto Inedito.


A cura di Sam Stoner Philip


Kenji Albani, un giovane scrittore di cui si sentirà parlare in futuro nel mondo letterario italiano, il motivo è semplice. Leggendo anche solo l’incipit del racconto “Io e la lupara bianca” si potrebbe avere l’impressione che Kenji Albani sia uno scrittore di genere, che il suo universo letterario sia confinato nel noir, vista la grande padronanza che dimostra. Invece la sua scrittura si muove abilmente in vari generi e in ognuno si ha l’idea che quello sia il suo ambito artistico. Significa che riesce ad metabolizzare e rimodulare qualsiasi genere narrativo in ogni ambito, con autorevolezza.

Siamo quindi davvero felici di annoverare il suo racconto tra i vincitori della prima edizione di StorieNoir. Il suo “Io e la lupara bianca” si può considerare il manifesto della scrittura Crime|Hard Boiled per StorieNoir.



1 - Si nota una forte commistione tra una prosa dura e sprezzante alla Mickey Spillane con accortezze linguistiche che rimandano agli anni Quaranta che è possibile trovare in molti racconti di Cornell Woolrich e frasi poetiche alla Chandler. I casi sono due, hai studiato il Noir e l’Hard Boiled di inizio Novecento allo sfinimento fino a farlo tuo per osmosi oppure sei stato toccato da una ispirata Musa.

Guarda, ti dirò la verità: io sono un lettore onnivoro, leggo di tutto e gli autori che citi li ho sentiti nominare (a parte Cornell Woolrich) quindi non è che ho studiato il Noir allo sfinimento, semplicemente al corso di sceneggiatura fumettistica ho studiato il genere, ho letto “Il grande sonno” e poi ho letto spesso e volentieri le pagine di Wikipedia del genere e dei film. Quante ho volte ho letto e riletto la trama di “Piccolo Cesare” o mi sono lasciato incantare da “Boardwalk empire”. E poi adoro vedere “Scarface” con Al Pacino, il film del 1983 di Brian De Palma. Così ho imparato certe cose e ispirato un po’ dalla Musa, un po’ grazie alla fortuna ho scritto questo racconto per una rivista che poi è stato respinto. Vedendo su Facebook la sponsorizzazione del concorso ho provato e con mia sorpresa sono arrivato secondo. Diciamo che devo questo piccolo successo al fatto che ho scritto una cosa che mi piaceva: gangster italoamericani nella Los Angeles anni ‘50, prostituzione, lupare bianche, la camera della morte…


Copertina dell'ebook dal titolo "Io e la lupara bianca" di Kenji Albani
Copertina del racconto "Io e la lupara bianca"

2 – Cosa puoi dirci del titolo del racconto “Io e la lupara bianca” arrivato secondo a StorieNoir?

Volevo scrivere un racconto in prima persona sulle lupare bianche. Sono nato nel 1990 e da bambino c’era la psicosi dei rapitori di bambini (oggi i femminicidi, anni fa l’uomo nero era altro). Il timore di sparire nel nulla, di essere dimenticato, mi ha sempre terrorizzato ma anche affascinato. Ad esempio quando avevo quattordici anni visitai l’Argentina e rimasi colpito dalle storie dei desaparecidos da ciò ho voluto scrivere un racconto che parla di sparizioni.


3 - Abbiano notato una particolare cura dell’incipit. Basta leggere le prime 40 parole di “Io e la lupara bianca” per essere inchiodati sul foglio (di carta o elettronico). Si tratta di una particolarità di questo racconto o abitualmente dai molta attenzione all’incipit di tutte le tue opere?

Non lo so, io semplicemente apro un file, mi metto a riflettere su come iniziare il racconto o il capitolo che devo scrivere e non appena mi viene in mente una parola, un inizio, un pensiero lo scrivo e da lì mi faccio trascinare dall’idea. Diciamo che preferisco incominciare con un discorso diretto come fa Andrea Frediani, cerco di immergermi in questo mondo e dopo mille battute vado avanti come un treno. Poi, ovviamente, può darsi che l’incipit lo modifichi in sede di revisione.


4 - C’è un orario particolare che dedichi alla scrittura e nel caso c’è un luogo preciso nel quale avvengono le prime stesure?

Orario particolare? Scrivo non appena termino i miei impegni quotidiani e può darsi che li termini alle 21.00 come alle 23.00 se non all’1.00 di notte. Fra i vari lavori che devo fare per mio padre, gli aiuti, i problemi da risolvere e poi le revisioni finisco sempre tardi. Il luogo invece è quasi sempre la mansarda di casa mia ma non perché amo questo posto, ma solo per il fatto che il PC con cui scrivo è qui (non è un portatile). Mi è capitato di scrivere a letto o sulla scrivania di camera mia, anche in soggiorno o se sono in viaggio in treno o in albergo, ma preferisco la mansarda di casa mia perché sono abituato a questo computer. Questo riguardo i progetti in cui mi impongo a scrivere più di 10.000 battute. Invece i racconti più brevi li scrivo tutti il sabato pomeriggio arrivano a tarda sera, raramente la domenica.


5 – Quanto dedichi al non facile lavoro di rilettura e riscrittura?

Purtroppo scrivo in maniera caotica, sto cercando di scrivere con più calma e attenzione. Se devo proporre qualcosa di scritto tempo fa devo dedicare fra le tredici (se romanzo) o venti (se racconto) revisioni, ma sto facendo esperimenti come scrivere qualcosa, revisionarlo subito e inviarlo per la pubblicazione. In aprile ho fatto così con un racconto sulla crisi in Sudan (un racconto di 4.629 battute) e me l’hanno pubblicato ma quando ormai il Sudan è caduto nel dimenticatoio visto quel che sta succedendo in Medio Oriente.


6 - Quali sono i tuoi scrittori contemporanei di riferimento?

Amo molto leggere Andrea Frediani anche se ultimamente l’ho perso un po’ di vista. A parte lui ci sono autori scomparsi, ma non sono più contemporanei, perciò citerei il guru della scrittura narrativa Franco Forte e certi miei maestri come Luca Di Gialleonardo, Andrea Franco, Oriana Ramunno, Ilaria Tuti, Massimiliano Giri, Scilla Bonfiglioli, Daniele Pisani e tanti altri che ho conosciuto pubblicando con Delos Digital. Li conosco tutti di persona a parte Ilaria Tuti che con lei mi sono limitato a chattare prima che arrivasse alla ribalta e non ho avuto il tempo di fare amicizia. Sono tutti ragazzi più grandi di me che si fanno conoscere e da loro ho molto da imparare.


7 – Progetti in corso o per il futuro?

Al momento sto revisionando un romanzo per Idrovolante Edizioni e un altro per il Premio Alan D. Altieri (una fatica revisionare tutto assieme, ma lentamente ce la faccio), mentre per il futuro il mio unico progetto è farmi conoscere come autore e farmi dare il rispetto da tutti gli autori che conosco. Sabato sono stato a StraniMondi a Milano (fiera della letteratura fantastica) ed è stato bello stringere la mano a gente che sa il fatto proprio, e poi con molti di questi autori sono in confidenza (tutti a parte Franco Forte e Ilaria Tuti con cui è difficile comunicare perché sono subissati di messaggi) e mi sento importante. Sì, il mio unico progetto (macroprogetto) è fare della scrittura un lavoro serissimo.




 



Sam Stoner
SAM STONER PHILIP

SAM STONER PHILIP Autore e blogger

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