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I 10 Migliori Noir

Ecco la nostra lista de I 10 Migliori Noir da leggere assolutamente.


Qualcuno si chiederà per quale motivo non ci sono titoli di Chandler e Hammett o Spillane. Presto detto. StorieNoir ha deciso di selezionare opere di puro Noir, che non possono in alcun modo essere contaminate, ma soprattutto sopraffatte, da un altro genere: l’Harboiled.

E benché le atmosfere dei romanzi di Chandler, Hammett e Spillane siano prettamente Noir, ci sono comunque elementi che identificano i loro romanzi come le colonne portanti dell’Hard Boiled, con protagonisti che sono ormai pura leggenda. Sia chiaro, per chi scrive Noir leggere questi tre giganti è d’obbligo, e a loro daremo ampio spazio in successivi articoli. Stessa ragione per la quale ne I 10 migliori Noir non c’è un titolo di Parker protagonista di 24 romanzi di Westlake. Semplice, lo ritroveremo quando si parlerà di Hard Boiled e Crime, sebbene le atmosfere di tutta la serie di Parker siano prettamente Noir.

Ecco quindi I 10 Migliori Noir di sempre. Abbiamo inserito i titoli in base all’anno di pubblicazione.


IL POSTINO SUONA SEMPRE DUE VOLTE (1934)

Il primo romanzo di James M. Cain - oggetto di un processo per oscenità a Boston e di ispirazione per Lo straniero di Albert Camus - è la storia febbrile di un vagabondo che inciampa in un lavoro, e poi in un'ossessione erotica e in un omicidio…

Un classico che non invecchia mai. Una di quelle letture sulle quali si torna sempre per poi dire a voce alta: “Ecco com’è il vero fottuto Noir di razza.”

JAMES MALLAHAN CAIN (1 luglio 1892 – 27 ottobre 1977) nasce in una famiglia cattolica irlandese ad Annapolis, nel Maryland, figlio di un importante educatore e di una cantante d'opera dalla quale eredita l’amore per la musica presente in suoi tre romanzi. Laureato al Washington College, dove suo padre, James W. Cain, era presidente, nel 1910, inizia a lavorare come giornalista per The Baltimore Sun. È stato anche caporedattore al New Yorker. Raggiunge la fama mondiale nel 1934 conil suo primo romanzo, IL POSTINO SUONA SEMPRE DUE VOLTE. I classici DOUBLE INDEMNITY e MILDRED PIERCE seguirono nel 1936 e nel 1941, rafforzando la reputazione di Cain come grande cronista di crimini passionali, ambientati sullo sfondo della classe operaia durante la Grande Depressione. I suoi libri hanno ispirato una serie di film classici (trascorse molti anni a Hollywood come sceneggiatore) tra cui l'adattamento candidato all'Oscar di Billy Wilder di DOUBLE INDEMNITY, che è stato scelto dall'American Film Institute come uno dei 100 migliori film di tutti i tempi. Ha continuato a scrivere fino all'età di 85 anni.


 




SIPARIO NERO (1941)


Dopo un piccolo incidente in una strada squallida, Frank Townsend torna a casa, solo per scoprire che non ci va da anni. Soffrendo di amnesia, accusato di omicidio e oggetto di un inseguimento mortale, deve superare il crimine che il tempo gli ha imposto...

Cornell Woolrich è il Noir. Ogni sua storia, ogni sua pagina, ogni sua parola trasuda Noir. Se esistesse la corona di Imperatore del Noir, questa sarebbe sulla sua testa.


CORNELL WOOLRICH, (New York, 4 dicembre 1903 – New York, 25 settembre 1968) è considerato come il miglior scrittore di pura suspense del ventesimo secolo, autore di numerosi romanzi e racconti (molti dei quali sono stati trasformati in film classici come La finestra sul cortile, La sposa vestita di nero, La notte ha mille occhi, Waltz Into Darkness e I Married a Dead Man), ha iniziato la sua carriera negli anni '20 scrivendo romanzi che gli valsero paragoni con F. Scott Fitzgerald. La maggior parte del suo lavoro più noto, tuttavia, è stata scritta nel campo della narrativa poliziesca, spesso apparendo a puntate su riviste pulp come Black Mask https://it.wikipedia.org/wiki/Black_Mask_(periodico) . Poiché era prolifico, ha pubblicato sotto molteplici pseudonimi, tra cui "William Irish" e "George Hopley" [...] Woolrich ha vissuto una vita oscura ed emotivamente torturata (In un articolo tratteremo del suo rapporto con la madre) come uno dei suoi sfortunati personaggi ed è morto, da solo, in una squallida camera d'albergo di Manhattan ormai alcolizzato dopo l'amputazione di una gamba. Alla sua morte, lasciò un milione di dollari alla Columbia University, per finanziare una borsa di studio per giovani scrittori.


 



L’ASSASSINO CHE È IN ME (1952)

Tutti nella piccola città di Central City, in Texas, adorano il vicesceriffo Lou Ford. Un tipo affabile e anche simpatico sebbene a volte logorroico. Non porta armi di alcun tipo perché sostiene di poter gestire qualsiasi problema con le sue capacità relazionali. Ma dietro le buone maniere si nasconde un mostro, un pazzo assassino, uno psicopatico che gode nel torturare, picchiare e uccidere.

In The Killer Inside Me, Thompson va dove pochi romanzieri hanno osato andare, offrendo uno sguardo nero come la pece della mente del serial killer americano, nel romanzo che sarà per sempre considerato come la magistrale opera di uno dei più grandi romanzieri di tutti i tempi.

JAMES MYERS THOMPSON (27 settembre 1906-1977) ha scritto più di trenta romanzi, la maggior parte dei quali pubblicazioni tascabili con editori di pulp fiction, dalla fine degli anni Quaranta alla metà degli anni Cinquanta. I suoi libri non sono stati ben accolti durante la sua vita, la statura di Thompson come scrittore è cresciuta solo negli anni successivi alla sua morte. Thompson è considerato oggi come un prodigioso scrittore di romanzi oscuri e violenti. I suoi sono racconti viscerali con protagonisti solitari e disperati, con anime squilibrate che catturano il lettore dalla prima pagina e non mollano finché il viaggio non è finito.
Nel 2010 è uscita la trasposizione cinematografica con Casey Affleck nel ruolo dell'antieroe Lou Ford, per la regia di Michael Winterbottom.


 



SPARATE SUL PIANISTA (1956)

C'era una volta Eddie che suonava il piano da concerto davanti a un pubblico riverente alla Carnegie Hall. Ora suona honky-tonk per ubriachi in un locale a Filadelfia. Ma poi due persone entrano nella vita di Eddie: la prima gli promette un futuro, l'altra lo trascina indietro in un passato infido.
Shoot the Piano Player è un'esplorazione agrodolce e snervante di diversi tipi di lealtà: il tipo che un uomo deve alla sua famiglia, non importa quanto cattiva sia quella famiglia; il tipo che un uomo deve a una donna; e, in definitiva, la lealtà che deve a se stesso.

DAVID LOEB GOODIS (2 marzo 1917 - 7 gennaio 1967) Nato a Filadelfia, è cresciuto in una famiglia ebrea liberale che incoraggiò le sue prime ambizioni letterarie. Dopo un breve e inconcludente periodo all'Università dell'Indiana, tornò a Filadelfia per laurearsi in giornalismo nel 1937. È salito all'attenzione nazionale con il romanzo Dark Passage, adattato come film nel 1947 con Humphrey Bogart e Lauren Bacall. Seguì la scrittura per i film di Hollywood, ma Goodis concluse la sua carriera dove era iniziata, vivendo nella casa dei suoi genitori a Filadelfia.
Secondo il critico Dennis Drabelle, "nonostante la sua istruzione universitaria, una combinazione di etnia ebraica è riuscito ad entrare in empatia con gli emarginati: i lavoratori poveri, gli accusati ingiustamente, i fuggitivi, i criminali".
È uno degli autori più enigmatici e acclamati della narrativa di genere.


 



L’ULTIMO VERO BACIO (1978)

Un'indimenticabile storia poliziesca con protagonista C.W. Sughrue, un investigatore del Montana che ammazza il tempo lavorando in un topless bar. Assunto per rintracciare un autore abbandonato, finisce sulle tracce di una ragazza scomparsa ad Haight-Ashbury da un decennio. La caccia tesa diventa ossessiva mentre Sughrue intraprende un viaggio inquietante attraverso il ventre degli incubi più squallidi d'America.

L’incipit de L’ultimo vero bacio è riconosciuto dai più grandi scrittori come il miglior incipit noir/Hard Boiled di tutti i tempi.


JAMES ARTHUR CRUMLEY (Three Rivers, 12 ottobre 1939 – Missoula, 17 settembre 2008) è considerato uno dei migliori professionisti della scrittura criminale moderna.
ha insegnato per lungo tempo scrittura creativa all'Università del Texas di El Paso.
Dalla metà degli anni '80 ha vissuto a Missoula, nel Montana, dove ha trovato l'ispirazione per i suoi romanzi al bar di Charlie B. Lì aveva molti amici di lunga data che sono stati ritratti come personaggi nei suoi libri.

 



PREGA DETECTIVE (1981)

La vita di Fritz Brown, ex poliziotto con problemi di alcool, è un intrico di contraddizioni. Come la sua Los Angeles, persa tra lo scintillio di Hollywood e l'inferno dei bassifondi. E quando Brown inizia a indagare sugli strani giri di denaro che ruotano attorno al golf club, si trova invischiato in un oscuro turbine di corruzione, sesso e crudeli vendette, su cui grava ancora l'ombra di un serial killer e l'odio di un vecchio massacro.

Che dire… è Ellroy. C’è la sua Los Angeles, sua perché ne dà un ritratto unico e magistrale, pulsante, onnipresente, martellante come la sua indimenticabile prosa, benché diversa dai quella dei suoi ultimi capolavori. In queste pagine si respira dannato delizioso Noir dall’inizio alla fine.

JAMES ELLROY Lee Earle Ellroy (Los Angeles, 4 marzo 1948) il “cane pazzo” della letteratura americana. Ellroy non ha una istruzione universitaria e non ha nemmeno il diploma delle superiori. Se fosse in Italia diremo che ha la terza media. È stato più volte in carcere e quando era fuori era un barbone alcolizzato, depravato, strafatto e privo di istruzione… Ha abbracciato la fede cattolica, ha smesso di bere e di assumere droghe ha iniziato a lavorare come caddie in un circolo di golf. Ha divorato notte e giorno tutto il Noir e l’Hard Boiled scritto nel Novecento, letture che sono state la chiave per aprire la porta del suo sconfinato talento ed infatti è diventato uno dei cinque più grandi scrittori contemporanei americani, una delle voci più originali e potenti della letteratura mondiale.
Non è riservato come McCarty, ama farsi intervistare ed è egocentrico, spiazzante, irriverente, politicamente scorretto.


 



MOSTRO SACRO ( 1989)

Jack Pine è nato per essere una star di Hollywood. Non ha morale, non ha scrupoli; non esiterà a fare qualsiasi cosa o ad amare qualcuno se ciò potrebbe far avanzare la sua carriera, procurargli i ruoli migliori o proiettarlo sempre più fermamente sotto i riflettori. E il successo arriva, oltre l'immaginazione degli agenti e dei co-protagonisti di Jack, anche oltre le speranze del suo amico d'infanzia Buddy Pal, un uomo che porta con sé gli oscuri segreti del passato di Jack.

Ci sono capitoli che assurgono a reali capolavori letterari. A tal punto che in molti passaggi è impossibile andare avanti, si torna indietro per accarezzare di nuovo la più assoluta perfezione di scrittura Noir. Ma parliamo di Westlake… l’assoluto Maestro.

DONALD E. WESTLAKE (12 luglio, 1933 – 31 Dicembre, 2008) è ampiamente considerato come uno dei grandi scrittori del 20° secolo. Ha vinto tre Edgar Awards ed è stato nominato Gran Maestro dai Mystery Writers of America. Molti dei suoi libri sono stati trasformati in film che hanno riscosso successo internazionale; Westlake ha anche scritto la sceneggiatura del romanzo di Jim Thompson "The Grifters", per la quale ha ricevuto una candidatura all'Oscar.
Ha scritto centinaia di romanzi utilizzando numerosi pseudonimi. È considerato maestro indiscusso dell'introduzione dell'humour nelle trame poliziesche.
Sono di Westlake due icone della letteratura criminale: Dortmunder (protagonista di 14 romanzi) e, come detto, Parker portato sullo schermo da Lee Marvin in Senza un attimo di tregua (1967), da Jason Statham in Parker (2013) e Mel Gibson in Payback - La rivincita di Porter (1998) in assoluto il miglior Parker e quello che a noi di StorieNoir fa impazzire, in culo a quei critici che lo snobbano.


 



TOLLERANZA ZERO (1995)

Questo audace romanzo è un brillante (e letterale) viaggio nella mente selvaggiamente attiva, anche se in preda al coma, di Roy Strang, la cui ricerca allucinatoria per sradicare il malvagio predatore/cicogna marabù spazzino continua a essere interrotta da orribili ricordi della disfunzione sociale e familiare che lo ha portato a questo stato. È il tipo di cocktail letalmente divertente di pathos, violenza e oltraggiosa ilarità che solo Irvine Welsh può realizzare.

Solo per palati forti. Perché Roy Strang non solo è uno dei peggiori bastardi al mondo ma ha vissuto una infanzia devastante. E Welsh ci racconta tutto.

IRVINE WELSH nato a Leith (Edimburgo, Scozia) il 27 settembre 1958 è stato salutato come "la cosa migliore che sia successa alla scrittura britannica in un decennio" (London Sunday Times). Probabilmente più famoso per la sua cruda rappresentazione di una banda di eroinomani scozzesi in Trainspotting (1993), Welsh si concentra sul lato più oscuro della natura umana e del consumo di droga. Tutti i suoi romanzi sono ambientati nella natia Scozia e sono pieni di antieroi, piccoli criminali e teppisti. Tuttavia, Welsh riesce a infondere in questi personaggi una triste umanità che li rende simpatici nonostante la loro ovvia spregiudicatezza. Irvine Welsh è anche noto per scrivere nel suo dialetto scozzese di Edimburgo, rendendo la sua prosa impegnativa per il lettore medio che non ha familiarità con questo stile.



1974 (1999)

«Yorkshire, Natale 1974. Ho scritto bugie come se fossero vere e la verità come bugie, e ci ho sempre creduto. Ho ucciso un uomo malvagio ma ne ho lasciati vivere altri.» Edward Dunford ha appena ottenuto il lavoro a cui ha sempre ambito: corrispondente di cronaca nera per lo «Yorkshire Post». La prima storia che gli viene affidata è la scomparsa della piccola Clare Kemplay, che in seguito verrà ritrovata morta con evidenti segni di violenza. Il caso diventa un incubo, un’ossessione per Dunford, insieme al terribile sospetto che la morte di Clare sia collegata ad altri casi di bambine scomparse. La ricerca della verità fa sprofondare il giornalista nel cuore malato della Gran Bretagna, segnato da corruzione, tensioni sociali e intolleranza. «1974» inaugura una tetralogia rivoluzionaria, in cui il romanzo noir diventa lo strumento privilegiato per raccontare lo spaccato sociale di una nazione e i suoi luoghi più oscuri. Vi ricordano qualcosa queste ultime tre parole? Già, proprio lui: James Ellroy.

Perché la prosa di Peace è dura e spiazzante come quella di Ellroy. Non dà tregua al lettore dalla prima all’ultima riga.

DAVID PEACE è nato nel 1967 ed è cresciuto a Ossett, vicino a Wakefield. Ha lasciato il Politecnico di Manchester nel 1991 ed è andato a Istanbul per insegnare inglese. Nel 1994 ha assunto un posto di insegnante a Tokyo dove vive con la sua famiglia.
I suoi anni formativi furono oscurati dalle attività dello Squartatore dello Yorkshire, e questo ebbe una profonda influenza su di lui che portò a un forte interesse per il crimine. Il suo quartetto di libri di Red Riding è nato da questa ossessione per il lato oscuro dello Yorkshire. Potenti romanzi sul crimine e sulla corruzione della polizia, che usano lo Squartatore dello Yorkshire come base e ispirazione. Si intitolano Nineteen Seventy-Four (1999), Nineteen Seventy-Seven (2000), Nineteen Eighty (2001) e Nineteen Eighty-Three (2002). Nel 2003 David Peace è stato nominato dalla rivista Granta come uno dei venti "Migliori giovani romanzieri britannici".


 



NON È UN PAESE PER VECCHI (2005)

Cormac McCarthy torna al confine tra Texas e Messico, l'ambientazione della sua famosa Border Trilogy. Nel deserto, Llewellyn Moss trova un camioncino circondato da vari cadaveri. Nel bagagliaio ci sono un carico di eroina e due milioni di dollari in contanti. Quando Moss prende i soldi, innesca una reazione a catena di violenza catastrofica che nemmeno la legge, nella persona dell'anziano e disilluso sceriffo Bell, può contenere. Splendida la trasposizione cinematografica del 2007 dei fratelli Cohen vincitrice di ben quattro premi Oscar.

Non è un paese per vecchi è puro decadimento. Inarrestabile. Come solo McCarty può tratteggiare. La prosa lineare e pulita, si potrebbe dire semplice nel suo stile unico, permette alla storia e ai personaggi di esplodere su ogni pagina.

CORMAN MCCARTY (nato a Providence, Rhode Island, il 20 luglio del 1933)
È uno dei più grandi scrittori americani contemporanei il cui stile di scrittura è unico, riconoscibile da un uso scarso di punteggiatura con dialoghi e descrizioni che fluiscono ininterrottamente senza virgolette. La sua scrittura si contraddistingue per la cupa prospettiva del futuro e per l'inettitudine o la disumanità di coloro che detengono l'autorità.
Dal 1958, McCarthy utilizza una macchina da scrivere. Prima una Royal, poi una Olivetti Lettera 32 pagata 50 dollari nei primi anni ’60. La sua Olivetti è stata messa all'asta nel dicembre 2009 da Christie's e sostituita da McCarthy con un modello identico acquistato su Internet da un suo amico.
Non ha cellulare, email o computer. È il fantasma della letteratura che vive da eremita. In venti anni ha rilasciato un paio di interviste e solo “per far uscire dalla depressione il mio editore”.
Si è sposato e ha divorziato tre volte e ora vive nel New Mexico.
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