Intervista a Cristina Biolcati autrice del racconto “Mama Monka” Primo Classificato al Concorso Letterario Storie Noir 2023 Sez. Racconto Inedito.
A cura di Sam Stoner Philip
Cristina Biolcati ha pubblicato il suo primo romanzo con Todaro Editore nella collana I Gechi nel 2023: “In grazia di Dio”, un giallo storico ambientato nel 1822 in un convento. E sempre nel 2023 è Prima Classificata al Concorso Storie Noir con il racconto “Mama Monka” edito da Kubera Edizioni nella collana Linea D’ombra. Un racconto che sembra fermo in un altro secolo, lontanissimo da internet e cellulari, proprio come il romanzo. Si potrebbe dire che Cristina Biolcati sappia creare storie e personaggi lontani nel tempo in grado di catturare l’immaginario dei lettori. Di certo è quello che ha fatto con Mama Monka, capace di lasciarmi interdetto alla prima lettura. Sì, perché ho avuto la sensazione di leggere un racconto inedito di un qualche autore internazionale americano o inglese. Pensavo che qualcuno della redazione mi avesse giocato uno scherzo e invece l’autrice è proprio lei, Cristina Biolcati.
La ragazza ferrarese che è in grado di scrivere un assoluto capolavoro a tinte Noir. Sì perché Mama Monka è quel genere di racconto da portare in ogni scuola di scrittura di genere: l’incipit che inchioda lo sguardo sulla pagina, la struttura, la presentazione dei personaggi, i dialoghi, lo stile asciutto e teso. Il finale che spiazza. Tutto in meno di quindicimila battute.
Le curiosità sono molte e quindi diamo il via all’intervista.
1 – La prima domanda è scontata: da dove esce fuori questo titolo con risonanze tarantiniane, Mama Monka?
Un titolo con “risonanze tarantiniane” mi piace. In realtà, ho voluto dare un connotato avverso al concetto di madre. Il personaggio della bambinaia, a cui è riferito, non è accogliente. Né consolante o benefico, quanto sa essere una mamma. Lei è piuttosto una donna “rotta”, incompleta, incentrata sulle proprie esigenze e non conosce empatia. È quel che volevo enfatizzare e spero di esserci riuscita.
2 - Il fatto di ambientare le tue storie nel passato, in luoghi isolati, comunque lontani dai centri urbani, ti viene spontaneo oppure lo hai deciso e nel caso come mai?
Confesso di avere un debole per il giallo storico. Ho scritto altri racconti ambientati nell’Ottocento. Quel che mi premeva in Mama Monka, che è piuttosto un noir, era di creare un piccolo microcosmo inquietante, lontano dalla tecnologia. Per far sì che il lettore temesse per la sorte del bambino, bisognava isolarlo. Renderlo completamente in balia della mente disturbata della bambinaia. Se a un certo punto il ragazzino avesse potuto prendere in mano un cellulare, per chiamare aiuto, sarebbe svanito il pathos.
3 - Quanto tempo hai impiegato a scrivere Mama Monka? E quanto lavoro di riscrittura c’è dietro?
La stesura in sé non ha richiesto molto, direi qualche giorno. Poi però c’è stato un lavoro di rilettura, con correzioni e variazioni. Per me è importante lasciare sempre decantare un pochino la storia, per affrontarla poi a mente libera. Solo così riesco ad apportare dei miglioramenti significativi e la trama prende a funzionare.
4 - Nell’arco delle 24 ore quando scrivi? C’è una fascia oraria in particolare?
Penso di essere costante, perché scrivo quasi tutti i giorni. Prevalentemente di pomeriggio, in quanto sono più libera dagli altri impegni. Quando invece ci sono delle scadenze, tipo concorsi o consegne presso la casa editrice, aumento il ritmo. Il tempo si dilata: non esiste più giorno né notte. Mi è capitato di scrivere anche di domenica, a Natale, Pasqua e tutte le feste comandate. Non mi pesa affatto, perché penso solo all’obiettivo che mi sono prefissata. E qui, devo ringraziare la mia famiglia! Sono davvero poco presente, ma loro già lo sanno e mi perdonano.
5 - Appartieni alla categoria di scrittori di pancia che affrontano il foglio bianco senza sapere cosa scrivere e poi tirano fuori capolavori oppure elabori l’idea mentalmente, prendendo appunti e solo quando hai tutto chiaro ti metti a scrivere?
Sarò sincera: appartengo alla prima categoria. Parto sempre da un’idea, che può essere un pensiero, un sogno, qualcosa che ho visto durante il giorno. E poi mi metto a scrivere, creando situazioni che non avevo nemmeno immaginato, che si palesano in divenire. So che dovrei programmare tutto, farmi una scaletta. Però non è così. Ovviamente, le buone idee non capitano sovente. Bisogna mettere in conto che parte del materiale debba essere cestinato, senza rimpianto. Ma quando la storia riesce, è una soddisfazione immensa sapere di avere trovato il giusto intreccio.
6 - Sia il romanzo In grazia di Dio che Mama Monka (ed altri racconti lunghi con Delos) sono pubblicati in digitale, però tu scrivi con carta e penna… qual è il tuo rapporto con l’eBook? Magari sta cambiando con queste ultime pubblicazioni?
Le mie pubblicazioni sono prevalentemente in eBook, però adesso è giunto il momento di provare con un cartaceo. Perché è vero che i giovani prediligono il digitale, però senza un libro fisico non si possono fare presentazioni. Inoltre ci si preclude una larga fetta di lettori, magari le persone più anziane, né si può presenziare a un festival di genere, che sarebbe il mio sogno. Ci sto lavorando, spero di avere presto buone notizie in merito.
7 – Quali autori ed autrici leggi? Qual è la tua formazione letteraria?
La lettura è la mia prima passione. Leggo moltissimo, complice il fatto che scrivo recensioni. Fino a qualche anno fa, ero una lettrice onnivora. Adesso invece mi sono conformata a quello che è il mio gusto, ovvero il giallo in tutte le sue declinazioni. Amo in particolare Jo Nesbo e tutti gli autori nordici. Con un occhio di riguardo ai classici. Dieci piccoli indiani di Agatha Christie è un titolo che cito sempre volentieri.
8 – Se puoi parlarci dei tuoi progetti in corso e futuri.
Mi riallaccio a quello che ho detto prima. Sto attendendo il risultato di alcuni concorsi letterari. La speranza è di trovarsi in libreria, con un cartaceo. Parlando di sogni, uno l’ho realizzato. A novembre ho vinto un concorso in collaborazione con Il Giallo Mondadori. Quindi, a luglio 2024, un mio racconto sarà pubblicato nella storica collana.
Grazie per l’ospitalità. Un caro saluto.
SAM STONER PHILIP
Autore e blogger
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